APPROFONDIMENTO:
FISICA QUANTISTICA E TECNOLOGIE SPIRITUALI
L'odierna fisica quantistica fornisce nuovi significati ai saperi più antichi. In questo paragrafo parlerò della preghiera, intendendo con questo termine non la litania religiosa, ma l'atto laico di consapevole connessione tra la nostra coscienza personale e la Coscienza estesa. La parole creatrice di cambiamento tanto nel macrosistema quanto nel più piccolo quanto di luce.
Il manoscritto di Isaia, risalente a 500 anni prima di Cristo, è l’unico intatto dei Rotoli del Mar Morto ritrovati nel 1946. Isaia descrive prima l’avverarsi di un’era di distruzione a cui segue immediatamente la rivelazione di una nuova era, stavolta di pace e guarigione.
Forse i profeti avevano già chiaro non solo che la dimensione del tempo è bidirezionale ma anche che a fronte di ogni singolo evento si aprono ventagli di possibilità simultanee ed alternative, che corrono come strade che a tratti si allontanano e a tratti si avvicinano quasi fino a sfiorarsi. In questi punti sarebbe possibile spostarsi da un destino all'altro, attraverso un salto quantico di cui la preghiera può fungere da catalizzatore. Occorre infatti ricordare che nella fisica quantistica il tempo è un insieme di risultati finali differenziati ma mobili.
Queste consapevolezze ci portano a valutare la possibilità che il nostro orientamento interno determini concretamente l’avverarsi di una delle possibilità del ventaglio di futuri possibili: ciò significa che siamo potenzialmente in grado di determinare la nostra guarigione individuale e persino quella collettiva. Già i costrutti di inconscio collettivo prima e di campo morfogenetico poi ne forniscono le basi teorico-epistemologiche: le nostre scelte individuali aprono i diversi ventagli delle possibilità quantistiche da sperimentare; se la stessa possibilità è scelta da una massa critica ecco che la stessa si trasforma in una risposta collettiva.
Occorre tuttavia sottolineare che non si tratta tanto di creare una realtà, quanto di creare le condizioni per entrare in un risultato futuro già esistente. Alla luce di queste riflessioni appare chiaro come la preghiera, quando rappresenta la fusione di un pensiero, una emozione ed un sentimento, possa configurarsi come una potente energia vibratoria e quindi come una vera e propria tecnologia spirituale.
Nella fisica quantistica, il principio di indeterminazione di Heisenberg spiega come sia impossibile conoscere simultaneamente posizione e velocità di una particella: se si misura dove essa si trova si assiste a una perdita di informazioni sulla sua velocità e viceversa. Il valore di una delle due variabili infatti, diventa sempre più indeterminabile quanto più si tenta di misurare l’altra variabile. Il tempo potrebbe allora seguire lo stesso modello, e gli eventi (passati e futuri) contenuti nel suo flusso sarebbero assimilabili a risultati che variano col variare della sequenza osservata in un dato momento: se scegliamo una data sequenza di eventi, allora possiamo attenderci di assistere a un dato risultato.
In una visione deterministica del mondo invece ogni evento, anche apparentemente casuale, è determinato da una causa; ciò spinge ad ipotizzare che con una perfetta conoscenza della causa sia possibile prevedere con esattezza l’esito finale. La fisica classica si è basata a lungo su tali presupposti, ma ha dovuto cedere il passo alla fisica quantistica quando il campo di osservazione si è fatto sempre più piccolo, passando da molecole e atomi al quanto, “una quantità discreta di radiazione elettromagnetica”, ovvero una pulsazione di luce.
Gli astrofisici sono oggi approdati ad una visione del fenomeno della creazione non come evento solido e continuo, ma come entità che si realizza attraverso brevi e rapide esplosioni di luce. I quanti pulsano ad una velocità che viene registrata ma non percepita dai sensi, dando origine alla percezione di un evento continuo. La fisica quantistica mira a comprendere il comportamento delle particelle/onde radianti, le forze “non materiali” che generano la percezione della materia di cui sembra fatto il nostro mondo fisico.
Tornando alla nostra domanda circa l’esistenza di corsie temporali parallele e delle possibilità di spostarsi da un futuro all’altro, occorre stabilire due punti fermi: il primo è che se accettiamo l’idea di esiti multipli coesistenti nello stesso momento, accettiamo che ogni possibilità è già creata ed è presente nel nostro piano di esistenza, pronta a presentarsi quando richiamata dalla nostra coscienza.
In secondo luogo, se è vero che tutti gli esiti coesistono su linee temporali parallele ma diverse, deve esistere una frazione infinitesimale di tempo in cui uno fa spazio all’altro, ovvero entrambi sono presenti contemporaneamente prima che si allontanino nuovamente uno dall’altro. La fisica quantistica ha descritto tale stato della luce/materia attraverso il costrutto di “condensato Bose-Einstein” così chiamato in onore degli scienziati che hanno espresso le equazioni che lo descrivono. Jeffrey Satinover ha dichiarato di aver osservato e documentato il fenomeno della coesistenza nello spazio e nel tempo di due atomi già dagli anni ‘90.
Già nel 1957 il fisico Hugh Everett III affrontò il tema degli universi paralleli, ipotizzando l’esistenza di finestre temporali durante le quali l’esito di un evento può “saltare” da una corsia all’altra, attraverso varchi che egli denomina “punti di scelta”. In questo senso la guarigione miracolosa non è altro che un salto quantico da una sequenza di eventi che prevede risultati infausti ad una nuova sequenza che afferma salute e benessere. I punti di scelta apparterrebbero alla dimensione del possibile, a quello spazio infinitesimale tra una pulsazione e l’altra dei quanti di luce, nello spazio vuoto e silenzioso tra buio e luce, perché, come ricorda il Vangelo Esseno della Pace “nel momento tra l’inspirazione e l’espirazione sono celati tutti i misteri”.
Dunque la fisica quantistica ci suggerisce che le corsie temporali lungo cui scorrono gli eventi sono multiple e che ciascuna contiene una differenza, seppur infinitesimale, con quelle adiacenti, differenza che può provocare esiti non solo diversi ma addirittura opposti a quelli previsti.
La preghiera rappresenterebbe la tecnologia spirituale in grado di farci spostare da una corsia temporale all’altra, grazie alla sinergia che si sprigiona tra un pensiero, l’emozione che lo sottende ed il sentimento che ne risulta. Ma qual è l’elemento determinante di una preghiera? La fede, ovvero la fiducia nella sua forma perfetta. Una preghiera veicola, attraverso la parola, la fede che quel cambiamento sia possibile.
Ancora una volta dunque la parola è al centro del processo di cambiamento.