APPROFONDIMENTO:
LA STRUTTURA DELLA FAMIGLIA
La quantità e la qualità dei processi comunicativi sono tra i primi indicatori di benessere/malessere nelle relazioni familiari, siano esse riferite ai sistemi di origine o agli attuali rapporti di coppia e familiari.
La famiglia è un sistema fluido che evolve costantemente: nascite, morti, matrimoni e separazioni portano necessariamente dei cambiamenti ai quali il sistema deve far fronte, riassestandosi di volta in volta in base alle nuove esigenze e necessità insorte.
Ogni volta che la famiglia cambia struttura, l’evoluzione positiva è assicurata se i membri sanno mettere in atto una riorganizzazione che garantisca un equilibrio armonico e dinamico tra aspettative, necessità e obiettivi individuali e collettivi: in questo caso la famiglia reagisce a situazioni nuove in modo da mantenere una continuità e assicurare la crescita psicosociale di ognuno dei suoi membri.
In caso contrario invece il malessere potrebbe emergere sotto forma di conflitto esplicito o implicito, oppure, nei casi più gravi, di sintomo psicofisico in uno dei familiari. La sopravvivenza della famiglia come sistema dipenderà perciò in primo luogo dalla possibilità di utilizzare una gamma sufficiente di modelli relazionali, dalla conseguente disponibilità dei modelli interattivi alternativi, e dalla flessibilità nel mobilitarli quando è necessario. Un modello interattivo o pattern è un modo abituale di mettersi in relazione (ad esempio, con il padre autoritario il figlio “riga dritto”, mentre con la mamma accogliente il figlio è un po’ più impertinente), ed in sostanza, interazioni ripetute stabiliscono modelli su come, quando e con chi stare in relazione. Possiamo perciò affermare che la struttura determina i modelli interattivi, che a loro volta concorrono a confermare ricorsivamente la struttura, o, in altre parole, che la posizione gerarchica e il ruolo influenzano i comportamenti dei membri della famiglia, e che tali comportamenti sanciscono la posizione e il ruolo di ciascuno rispetto all'altro.
La struttura familiare può essere articolata in più sottosistemi che si sovrappongono: ogni individuo nei vari sottosistemi entra in relazioni complementari o simmetriche, con responsabilità e gradi di potere differenti.
Un primo sottosistema è quello formato dalla coppia, e le principali capacità richieste sono la reciprocità e l’adattamento: un miglior funzionamento è frequente quando le coppie sono bene integrate a livello non solo affettivo ma anche organizzativo e quando sono sufficientemente flessibili per poter affrontare i cambiamenti che il naturale ciclo di vita impone. E’ fondamentale anche la capacità di stabilire confini che proteggano dall'influenza di altri sistemi senza produrre uno stato di isolamento.
Il sottosistema genitoriale si sovrappone a quello coniugale, ma è utile che non sia confuso con questo: per il buon funzionamento della famiglia è necessario che la coppia continui a percepirsi come tale e non soltanto come “genitori di …”. In caso contrario, cresciuti i figli e venuta meno la funzione genitoriale, la coppia può sentire di non avere più uno scopo comune ed entrare in crisi. Le principali capacità richieste al sottosistema genitoriale sono in primo luogo le capacità di proteggere, guidare e controllare i figli, rispettando i loro bisogni evolutivi, quindi l’uso dell’autorità, che permette di svolgere le funzioni esecutive, ed infine la capacità di tracciare un confine che permetta ai figli di interagire con ambedue i genitori escludendoli, al contempo, dal funzionamento della coppia in quanto tale. Nel sottosistema dei fratelli, i figli imparano a negoziare, cooperare e competere.
I confini di un sottosistema sono dati dalle regole che definiscono chi partecipa alla relazione e come, e la loro funzione è di proteggere la differenziazione degli individui. Perché la famiglia funzioni, i confini, sia tra gli individui e i sottosistemi, che tra la famiglia e l’ambiente, devono essere chiari, equilibrati e flessibili. In caso contrario il sistema può assumere due opposte conformazioni. La prima è detta famiglia disimpegnata, nella quale confini individuali eccessivamente rigidi rendono difficile la comunicazione tra individui e tra sottosistemi, rendendo la famiglia completamente permeabile all'ambiente esterno. La seconda è detta famiglia invischiata, nella quale i confini sono diffusi e poco chiari, il coinvolgimento tra membri aumenta mentre la distanza reciproca diminuisce, la famiglia è concentrata su sé stessa e chiusa all'ambiente esterno.