La famiglia è un sistema significativo, ovvero un insieme di individui collegati tra loro da relazioni importanti e caratterizzato da specifiche proprietà.
In primo luogo, nella famiglia un cambiamento di stato di uno qualunque dei membri, produce conseguenze su tutti gli altri: ad esempio, se il padre resta disoccupato, o la madre decide di impegnarsi in una attività nuova, o il figlio si fidanza o la figlia decide di partecipare ad un reality show, è impensabile che la vita degli altri tre non subisca modificazioni; se le modificazioni sono vissute come potenzialmente “rischiose”, la famiglia può irrigidirsi, cercare di non cambiare o addirittura di ritornare allo stato originario, magari anche a rischio di esplodere. Se invece i cambiamenti sono percepiti come buoni e i loro effetti positivi, la famiglia si riorganizza con un equilibrio nuovo che soddisfi sufficientemente i membri. In qualunque caso, l’esito non è mai del tutto prevedibile, perché le interazioni umane non funzionano mai in modo lineare;
Inoltre una famiglia trae la propria specificità non dalla somma delle qualità degli individui che ne fanno parte, ma dalla peculiare alchimia che si realizza nell’intreccio delle relazioni tra i singoli membri. Ad esempio, vi è mai capitato di vedere una persona sotto una certa luce e di scoprirla totalmente diversa quando la incontrate all’interno della propria famiglia?
Infine, in ogni famiglia ciascuno dei membri cerca di conciliare da un lato i bisogni individuali con quelli collettivi, e dall’altro i bisogni di stabilità e sicurezza con quelli di cambiamento e evoluzione. Ogni famiglia affronta questi snodi esistenziali orientandosi in base alle proprie convinzioni e credenze, producendo un proprio stile che la contraddistingue da ogni altra.
IL COUNSELLING FAMILIARE
Nella nostra società, i cambiamenti che ciascun sistema familiare si trova ad affrontare divengono sempre più complessi e diversificati.
Nelle aree urbane, le famiglie allargate, un tempo reti primarie di supporto nell’affrontare i problemi evolutivi anche degli adulti, vanno gradualmente dilatando le loro maglie, assumendo sempre più spesso la conformazione di aggregati di nuclei scarsamente collegati; le piccole comunità locali, con i loro rapporti di vicinato o di quartiere, utili in quanto reti secondarie di supporto (tanto che secondo la saggezza popolare “il vicino è il primo parente”, ovvero è colui che, anche per motivi logistici, in una situazione imprevista o di emergenza può arrivare per primo a porgere aiuto) vanno progressivamente perdendo la loro fisionomia, trasformandosi in macroperiferie urbane o in agglomerati satellite dei grandi centri cittadini.
La comparsa di nuove tipologie familiari, quali i nuclei monogenitoriali, le famiglie ricomposte, multiculturali, omosessuali, i nuclei unipersonali e altri nuclei non convenzionali, impone una continua negoziazione e ridefinizione delle regole di convivenza interne ed esterne alla famiglia.
La pluralità delle agenzie sociosanitarie spesso produce una frammentazione degli interventi di aiuto erogati, mentre la complessità dei sistemi deputati all’istruzione e all’educazione, e la moltiplicazione delle figure formativo-educative implicate, prescrive ai genitori e alle famiglie di confrontarsi costantemente con norme e stili pedagogici diversi.
Infine, l’instabilità, la competitività e la selettività dei sistemi occupazionali, concorrono a creare e mantenere vissuti di sfiducia nel futuro da parte di adolescenti e giovani, e senso di precarietà negli adulti, mentre la forte richiesta sociale di adeguamento a super-modelli che richiamano all’efficacia e all’efficienza, alla bellezza e alla forma fisica, contribuisce all’emergere di sentimenti di ansia, legata soprattutto alla prestazione e all’immagine di sé.
Le persone e i nuclei (coppie, famiglie tradizionali, nuove famiglie), possono di conseguenza sperimentare difficoltà, più o meno rilevanti, nell’affrontare e superare alcune transizioni evolutive, senza tuttavia che tali difficoltà comportino necessariamente un disturbo psicopatologico e quindi un intervento clinico (comprendente una diagnosi ed una eventuale consulenza psicologica) o psicoterapeutico (implicante un percorso mirato a cambiamenti profondi a livello personologico ed epistemologico). Tali difficoltà assumono piuttosto la forma di un disagio legato ai cambiamenti nell’esistenza quotidiana in contesti socio-relazionali complessi, all’interno dei quali ogni transizione evolutiva, con il relativo accomodamento dell’assetto relazionale tra le persone, i loro sistemi significativi e i macrosistemi sociali, è impegnativa e necessita la messa in campo di risorse ampie e di varia natura.
Sarebbe quindi non solo inopportuno, ma anche eticamente scorretto, proporre un intervento di natura diversa da quello di sviluppo, dato che ciò condurrebbe con buona probabilità a co-creare l’idea di una carenza, di un disturbo o di una malattia, con effetti iatrogeni sulla persona ed il suo sistema. L’intervento di counselling sistemico, in quanto intervento di sviluppo, appare invece la risposta più adeguata quando la domanda di aiuto è volta ad affrontare e superare una transizione evolutiva difficoltosa.
Il counselling psicologico è un intervento mirato ad affrontare e gestire un cambiamento improvviso o imprevisto, all’interno di alcune coordinate:
La quantità e la qualità dei processi comunicativi sono tra i primi indicatori di benessere/malessere nelle relazioni familiari, sia in riferimento ai sistemi di origine che agli attuali rapporti di coppia e familiari
La regolazione dei bisogni di individualità e di coesione: l’identità personale si basa sull’integrazione dei due pilastri dell’appartenenza e della differenziazione. Attraverso il senso di appartenenza, l’individuo percepisce il suo legame con il gruppo familiare, adattandosi e partecipando alla costruzione di modelli relazionali familiari (famiglia di origine e/o allargata) che permarranno lungo tutto il ciclo di vita, anche se modificati, rinnovati o negati. Mediante la differenziazione si realizza invece la progressiva affermazione della propria individualità e soggettività e la parallela acquisizione di un margine crescente di autonomia, favoriti anche dall’incontro con altri individui e gruppi, portatori di altri modelli relazionali, diversi da quelli della propria famiglia (amici, scuola, comunità territoriale).
La regolazione dei bisogni di stabilità e di cambiamento: i processi evolutivi. Le mappe utili ad esplorare il funzionamento familiare includono necessariamente i processi evolutivi che ogni individuo ed ogni sistema umano affrontano nell’arco della loro esistenza; essi sono dunque parte essenziale del territorio che i clienti, insieme al counsellor, possono esplorare nel loro percorso di chiarificazione, collegando esperienze, emozioni e significati. Lo sviluppo ed il cambiamento di una persona o di un sistema umano, procedono attraverso tre modalità che si intersecano costantemente: i compiti evolutivi da affrontare in base alla macro-fase del ciclo di vita nella quale la famiglia si colloca, le oscillazioni tra vecchi e nuovi comportamenti e le micro-transizioni che contraddistinguono la quotidianità, e le reazioni agli eventi critici che intervengono in modo più o meno improvviso.
La regolazione dei bisogni di stabilità e cambiamento: le credenze familiari. Nell’affrontare transizioni difficoltose, può essere opportuno che la famiglia esamini la propria capacità di collegare le necessità evolutive (imposte dai compiti di sviluppo, dalle microtransizioni e dagli eventi critici) con il bisogno di mantenere una propria identità stabile nel tempo. E’ l’insieme delle credenze e convinzioni, dei valori e delle tradizioni, individuali, familiari e socioculturali, che, consapevolmente o inconsapevolmente, orienta l’individuo, e i sistemi, nell’attribuzione di senso della propria e altrui esistenza.
LA PSICOTERAPIA FAMILIARE
La storia di ogni individuo è un intreccio di sequenze narrative (White, 1992), è la storia delle sue relazioni con le persone che lo circondano, è la storia che egli racconta di sé, che gli altri raccontano di lui, e che lui racconta degli altri, in un processo ricorsivo nel quale la storia individuale attribuisce senso a quella collettiva, e la collettività assegna significati alle storie individuali.
Il modo in cui le storie individuali, familiari e sociali, si coordinano tra loro, produce sviluppo ed evoluzione quando la coordinazione è flessibile ed armonica, rispetto ai bisogni, alle aspettative, agli obiettivi e ai progetti individuali e interpersonali, mentre quando la coordinazione è rigida e distonica, anche solo nella percezione di uno dei soggetti che abitano i sistemi, può produrre blocco e deterioramento, oppure una soluzione originale e creativa che perturba in modo imprevedibile il sistema e l’ambiente.
Questo porta a considerare che ogni storia individuale non appartiene solo all’individuo propriamente detto, ma rappresenta ed è parte di un sistema e della sua narrazione, a sua volta connessa ineluttabilmente con altri sistemi, le loro narrazioni e l’ambiente; persino l’eremita porta dentro di sé la voce di qualcuno e con essa si rapporta attraverso la memoria e l’immaginazione, ed è comunque figlio o fratello di qualcuno, e da altri ancora è ricordato, entrando comunque a far parte di storie.
I sistemi umani sono cori di storie, sono sistemi narranti, che emergono quando un osservatore li considera, li definisce, ed inevitabilmente li racconta attraverso una storia, divenendo egli stesso parte della storia del sistema narrante. Dunque nessun individuo può vivere fuori da una storia, ognuna delle quali fa parte di altre infinite storie, e l’ambiente viene costruito e ricostruito attorno ed attraverso di esse, nel processo ricorsivo della coevoluzione.
L’assunto di base dei modelli che adottano tale prospettiva è che la famiglia (sistema osservato) e il terapeuta (osservatore) costruiscono, attraverso la loro interazione, un sistema osservante all’interno del quale è possibile co-creare nuovi significati attraverso il linguaggio ed esclusivamente in base alle premesse dei partecipanti alla relazione. Tutto questo consente all’intero sistema di coevolvere.